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Esportare innovazioni svizzere
"È importante avere un approccio originale e propensione al rischio"
Qualche domanda a…
Felix Moesner
console scientifico e CEO di Swissnex in Giappone*
Cosa devono fare gli imprenditori e le imprenditrici per esportare innovazione all’estero con successo?
Felix Moesner: È essenziale avere ottime conoscenze del mercato in cui ci si vuole inserire. Questo include reperire informazioni riguardanti ad esempio le opportunità di business, le tendenze locali, le esigenze della popolazione o le normative specifiche del Paese. Altrettanto importante, però, è la conoscenza e la comprensione del background culturale del Paese. Può essere utile in questo senso anche un primo viaggio nel Paese target, anche solo per fare turismo. Inoltre, non bisogna avere timore di chiedere consiglio e accettare aiuto. In Svizzera, a tal proposito sono diversi i punti di contatto, ad esempio, Switzerland Global Enterprise. Noi di Swissnex, per esempio, forniamo sempre più consulenze tramite strumenti video. Chi si informa e chiede consigli, alimenta non solo le proprie conoscenze, ma anche la fiducia in sé, necessaria per espandersi in nuovi mercati.
In che modo Swissnex aiuta le aziende svizzere a esportare le loro idee e i loro prodotti innovativi?
Innanzitutto, valutiamo con le start-up se il prodotto va bene per il mercato e se la giovane impresa è già pronta a espandersi. Nei programmi di internazionalizzazione che svolgiamo su incarico di Innosuisse, l’obiettivo concreto è l’ingresso sul nuovo mercato: chiariamo individualmente le esigenze con le start-up. Qui le possibili modalità di espansione in Giappone sono diverse: l’impresa vuole ad esempio soltanto vendere prodotti in Giappone oppure cerca un’azienda giapponese per una joint venture/una collaborazione più stretta? Può anche accadere che ci sia la necessità di persuadere un’azienda giapponese a creare un punto d’appoggio in Svizzera avviando una stretta partnership con una start-up in Svizzera. Oppure è la start-up svizzera a decidere di aprire una succursale in Giappone perché ritiene che il mercato nipponico abbia un grande potenziale. Offriamo soluzioni celeri e semplici, ad esempio una postazione di lavoro prima di aprire in loco un ufficio proprio. A volte ci limitiamo a mediare il personale giusto per ampliare l’organico. Per un’azienda che vuole inserirsi nel nuovo mercato la strada non è solo una. A Boston, Swissnex ha sinora fornito consulenza a 400 start-up, in Cina a 300 start-up e anche in Giappone le cose vanno alla grande: pur avendo iniziato la nostra attività qui solo pochi mesi fa, siamo già in contatto con oltre 20 start-up svizzere.
Soprattutto nei mercati lontani, la Svizzera è spesso associata ai tradizionali cliché, che riflettono ben poco il suo lato moderno e innovativo. In che modo la Svizzera può far conoscere meglio le sue conquiste high tech?
Facendo conoscere attivamente le sue performance innovative. Allo stesso tempo, deve anche porre l’accento sui comprovati valori svizzeri. Facciamo l’esempio del popolo giapponese: sono persone che tengono molto ai valori tradizionali e all’efficienza, punto in cui io vedo molti paralleli con la Svizzera. Credo che possiamo ricavarne molto di più se cerchiamo di spostare i cliché che all’estero vengono associati alla Svizzera indirizzandoli verso l’innovazione.
È importante pensare e affrontare cose «fuori dagli schemi». Anche acquisire più propensione al rischio. Perché senza propensione al rischio non ci sarebbero innovazioni. Lo dimostriamo ogni giorno a Swissnex e Innosuisse. Per una commercializzazione di successo dell’innovazione svizzera si possono ad esempio presentare le conquiste svizzere sconosciute all’estero.
Mi permetta di fare un esempio: in Cina sono rimasto affascinato dalla quantità di veicoli elettrici in circolazione. La popolazione cinese ne va molto fiera e a ogni occasione mette in evidenza come sia stata in grado di trasformarli in vetture di massa. Ciò che però non si sapeva in Cina: la Svizzera possiede il veicolo elettrico più veloce. L’auto «Grimsel» è stata sviluppata al Politecnico federale e detiene il record del mondo Guinness dell’auto elettrica più veloce. Abbiamo avuto la fortuna di poter portare in Cina il veicolo fratello a guida autonoma di 160 chili della stessa serie. Durante la pandemia, infatti, nessuna delegazione svizzera ha potuto recarsi a Shanghai. Abbiamo presentato l’auto con il certificato ufficiale in vari eventi e mostre e abbiamo così potuto mostrare il lato innovativo della Svizzera. Una volta abbiamo anche messo a segno due superlativi in un colpo: l’auto elettrica più veloce nell’edificio più alto di tutta l’Asia. Le ripercussioni sono state notevoli.
*Laureato in ingegneria elettrica, lavora all’estero da 20 anni svolgendo diverse cariche. È stato alla guida del primo consolato scientifico della Svizzera nella metropoli economica americana di Boston per Swissnex e ha creato un ufficio esterno a New York. Da allora, lui e il suo team hanno aiutato centinaia di start-up e varie istituzioni di ricerca a fare rete con successo all’estero e a scambiare conoscenze, idee e talenti internazionali.